martedì 19 agosto 2008

TRISTEZZA DA PANCHINA ...

In questi giorni, condannata alla parziale mobilità a causa di una fastidiosissima distorsione alla caviglia dx, ho pensato a come deve essere triste passare una vita senza potersi muovere come si vuole. Sono stati pochi giorni ma la mia voglia di movimento, indipendende, sempre e comunque e in ogni momento, la mia voglia di sport, di ballare, di saltare e correre e non fermarmi mai, hanno subito un duro colpo.
Al lavoro è stato un po' deprimente restare costantemente allo zucchero filato, oppure in casetta all'info lunedì mattina, unici ruoli che potevo svolgere senza grosse difficoltà.
Abituata a vivere le giornate in mezzo al chiasso allegro dei mie bimbi del mini-club, in mezzo alle storie della gente, o in fila indiana lungo il sentiero che sale verso la cima, restare così terribilmente ferma mi ha depresso da paura.
Per fortuna dopo la giornata di riposo di oggi, domani tolgo tutta la fasciatura stretta e faccio un falò delle stampelle che spero di non rivedere per molto molto tempo.
E domani si torna in pista ovvio.
Come è triste restare in panchina a vedere gli altri giocare.
Un po' come avere la chitarra troppo scordata e non poter suonare ...

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